La
Caritas di Terni Narni Amelia e l’associazione di volontariato San Martino, in
questo particolare momento di crisi economica e sociale, segnato da un numero
crescente di famiglie che si rivolgono alle strutture caritative della Chiesa
per richiedere viveri e altre aiuti di prima necessità, opera attraverso vari
servizi per sostenere in maniera efficace persone e famiglie, in un percorso
che mira ad evitare la cronicizzazione del disagio e conseguentemente una grave
situazione di emarginazione sociale. Attraverso
il progetto “Opere segno”, la Caritas svolge un’intensa attività di ascolto
delle persone, cercando di dare aiuto concreto ai bisogni primari di nuclei
familiari, di anziani soli, ex detenuti, invalidi, divorziati, donne sole con
bambini, immigrati. Un
progetto che l’associazione di volontariato San Martino svolge grazie al
contributo della Chiesa locale con i fondi dell’8x1000 per la carità e quello
della Fondazione Cassa di Risparmio di Terni e Narni, che sostiene il progetto
“Opere segno” con un finanziamento di 75mila euro. L’obiettivo
principale del progetto è quello di dare ai poveri della città la possibilità
di avere delle risposte ai loro bisogni primari quali l’ascolto, il mangiare e
il dormire, un contributo per il pagamento dell’affitto o di una bolletta della
luce, del gas dell’acqua; garantire 365 giorni l’anno un pasto caldo in luogo
confortevole e accogliente come la mensa San Valentino, l’accoglienza di uomini
singoli in Casa Parrabbi, l’accoglienza di donne singole e di donne con minori
nella Casa per la Speranza Santa Maria della Pace. I
dati dell’attività svolta nel 2015. Le
persone che si sono rivolte alla Caritas sono state 5.177. I servizi offerti
sono stati molteplici: 38.345 pasti; 102.510 pezzi di prodotti alimentari
distribuiti contro i 36.000 del 2014 e questo grazie alla realizzazione
dell’Emporio della solidarietà in via Vollusiano; 15.064 capi di vestiario
distribuiti; sono stati effettuati 970 colloqui, 60 in più rispetto al 2014;
infine 478 persone hanno usufruito del Servizio doccia, 93 in più rispetto al
2014. Al
centro di ascolto della Caritas di via Vollusiano, aperto la mattina dal lunedì
al venerdì con 10 operatori che si alternano nell’accoglienza e ascolto, si
sono rivolte 1.861 persone e 970 hanno usufruito dei servizi. Di queste il
49,27% sono donne ed il 50,73% sono uomini; per quanto riguarda la provenienza,
il 45,26% sono cittadini italiani, il 50,92% sono stranieri e per il restante
3,82% sono apolidi, persone con doppia cittadinanza e alcuni di cui non è stato
possibile rilevare la cittadinanza. Gli
interventi hanno interessato il pagamento di utenze, affitti, spese sanitarie e
sostegno al reddito, effettuati per il 54% nei confronti di persone non
italiane e il 43% verso cittadini italiani. Più numerosi sono stai gli
interventi a favore di uomini che di donne, tra queste più numerosi quelli per
le straniere. Al
centro Caritas si rivolgono prevalentemente disoccupati in cerca di lavoro
(51,34% delle persone), ma anche casalingo/a, pensionati, inabili al lavoro e
persone che pur risultando occupate hanno problemi consistenti per vivere. Tra
loro anche diversi diplomati e laureati. Sono persone coniugate con figli per
il 25%, o sole per il 20%, o che vivono con conoscenti o soggetti esterni alla
famiglia per il 6%, che presentano multi problematicità legate prevalentemente
alla povertà, all’occupazione, a problemi familiari e abitativi, alcuni con
problemi di salute. Alla
mensa San Valentino, aperta tutti i giorni dalle 17.45 alle 19, i pasti
distribuiti nell’anno sono stati 38.345. Tutti i giorni è garantito dagli 80
volontari, che si alternano alla mensa, un pasto a chiunque ha necessità di
mangiare. Nel 2015 è diminuita la presenza di stranieri e aumentata quella
degli italiani (70%), persone che hanno visto la loro situazione economica
peggiorare, maggiormente uomini al di sopra dei cinquant’anni che hanno perso
il lavoro o hanno lavori saltuari. Sono persone che vivono situazioni di
povertà per problemi di occupazione, disagio abitativo, insufficienza o assenza
totale di reddito rispetto alle esigenze ordinarie, grave emarginazione (in
particolare per i senza fissa dimora), infermità psichiche, indebitamento,
situazioni di accattonaggio e sfruttamento, persone separate (soprattutto
uomini) o vittime di usura e fallimento. Soggetti, in genere, senza appoggio di
amici o parenti. Molti sono anziani soli e persone con problemi di giustizia o
appena usciti dal carcere. I
volontari, dai 18 ai 70 anni, sono studenti di scuola superiore, medici,
insegnanti, imprenditori, amministratori, pensionati, mamme, nonne e nipoti,
ragazzi affidati dal tribunale dei minori, ex detenuti e perfino bisognosi che
ripagano il pasto aiutando nella gestione. Durante la distribuzione dei pasti,
alcuni dei volontari sono impiegati nell’ascolto delle persone. Il volontario
ha il compito di accogliere e garantire la serenità osservando le persone,
consapevole che un piccolo gesto può rappresentare una vera e propria coccola
per la persona indigente. Oltre alla gestione della sala c’è il servizio di
cucina e il funzionamento del magazzino con l’approvvigionamento delle materie
prime alimentari, un lavoro molto prezioso e fondamentale ma poco visibile. I
fornitori gratuiti sono: Interpan
con fornitura settimanale di pane; Banco Alimentare onlus, Coop Centroitalia
(Ipercoop Terni ) che dona giornalmente ortofrutta, libero fresco, pane, pizza,
drogheria; Serafini,
su chiamata, donazione di libero fresco; La Taverna (Sangemini), Pizzeria
Dalmazia, Sciamannini Catering. Il
servizio docce presso il centro di Ascolto Sant’Antonio di via Vollusiano è
fruibile dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 12. Ad esso hanno avuto accesso 478
persone di cui 440 uomini e 38 donne;
249 stranieri e 229 italiani. La
casa di accoglienza O. Parrabbi è una struttura di accoglienza per soli uomini
adulti che si trovano in un momento di grave difficoltà della loro vita, per
offrire loro una collocazione abitativa adeguata, un ambiente familiare con uno
stile di vita improntato a regole, rispetto, sicurezza, capacità di
collaborazione, capace di accompagnare gli
ospiti lungo un percorso che li aiuti a ritrovare la necessaria
autonomia nel vivere la propria vita. Nel 2015 sono state ospitate 16 persone,
di cui 5 italiani e 11 stranieri. Degli stranieri presenti le a nazionalità
Ghana, Bangladesh, Romania, Tunisia, Mali, India. La
Casa per la Speranza Santa Maria della Pace è una struttura di accoglienza per
le donne singole e/o donne con minori che si trovano in un momento di grave
difficoltà della loro vita, per offrire loro una collocazione abitativa
adeguata, un ambiente familiare con uno stile di vita improntato a regole,
rispetto, sicurezza, capacità di collaborazione, capace di accompagnare le
ospiti lungo un percorso che le aiuti a ritrovare la necessaria autonomia nel
vivere la propria vita. Le
persone ospitate nella struttura, nel 2015, sono state 12 persone, delle quali
4 donne singole, 3 mamme, 5 minori di
età compresa tra 2 e 14 anni. Le
nazionalità: Albania, Eritrea, Romania, Ucraina, Somalia e Italia.
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