L’attività del Tribunale Ecclesiastico interdiocesano
Umbro nell’anno 2015 è stata presentata
mercoledì 4 maggio a Perugia nella sala “S. Francesco” del Palazzo
arcivescovile in occasione del “Dies
Annualis” dell’organismo giuridico,
con la relazione del vicario giudiziale padre Cristoforo Pawlik e la prolusione di mons. Pio Vito Pinto, Decano della Rota
Romana, sulla Lettera Apostolica di Papa Francesco Mitis Iudex Dominus Iesus, sulla riforma del processo
matrimoniale canonico e la sua attuazione.
Ad aprire il convegno il cardinale Gualtiero Bassetti, arcivescovo metropolita di
Perugia-Città della Pieve, presidente della Conferenza Episcopale Umbra e
moderatore del Tribunale, che si è
soffermato su alcuni principi pastorali riguardanti la vita matrimoniale, alla
luce della recente esortazione apostolica di papa Francesco “Amoris Laetitiae”
dedicata alla famiglia. «La
vera rivoluzione che si può scorgere tra le pagine dell’esortazione è la rivoluzione
della tenerezza che rappresenta non solo una delle categorie più
importanti di questo pontificato, ma anche uno dei simboli con cui guardare la
famiglia attraverso questo documento – ha detto il cardinale -. Un altro
elemento che occorre sottolineare è l’accoglienza nella Chiesa che si lega
strettamente a quelli dell’accompagnamento e del discernimento. È questo un
elemento cruciale che misura, e misurerà, la nostra capacità di amare e di
aiutare le famiglie. L’accoglienza, infatti, deve essere rivolta verso tutti:
alle famiglie in difficoltà, a quelle che vivono in condizioni di povertà
estrema e a quelle che hanno conosciuto la ferita del fallimento matrimoniale.
Un’integrazione pastorale necessaria, ma che è impensabile senza la medicina
della misericordia e il discernimento del pastore. Si tratta, indubbiamente, di
una grande testimonianza di carità, di vicinanza fraterna e di prossimità
autentica nei confronti di tutto il popolo di Dio. Senza escludere nessuno».
Nella sua relazione il vicario giudiziale padre
Cristoforo Pawlik ha ricordato i cambiamenti apportati dal Motu Proprio di papa
Francesco Mitis Iudex Dominus Iesus, sulla riforma del processo canonico. «Tra
le novità più importanti spiccano la centralità del Vescovo nel servizio della
giustizia. Il Vescovo stesso è giudice nella sua Chiesa, esercita la potestà
giudiziaria sia personalmente sia mediante il Vicario giudiziale e i giudici. Il
Pontefice chiede con forza, che ogni Vescovo torni personalmente ad esercitare
o dare almeno il segno ai suoi fedeli di questa sua personale potestà. C’è poi l’abolizione dell'appello d’ufficio,
per cui non è necessaria la conferma della sentenza di primo grado, affinché la
decisione diventi esecutiva. Di conseguenza, dopo la sentenza affermativa di
primo grado, in assenza di impugnazioni della decisone nel tempo perentorio di
15 giorni dalla ricezione della sentenza dalle parti e dal difensore del
vincolo, questa diventa esecutiva e dà il diritto alle parti di contrarre nuove
nozze in chiesa. C’è poi l'introduzione del processus brevior o breviore (più
breve) Per iniziare la procedura si
devono verificare le condizioni, del proponimento della domanda da entrambi i
coniugi o da uno di essi, col consenso dell’altro; che ricorrano circostanze di fatti e di
persone, sostenute da testimonianze o documenti, che non richiedano una
inchiesta o una istruzione più accurata, e rendano manifesta la nullità. In mancanza
di uno dei suddetti requisiti si deve procedere per il processo ordinario. Ed infine la totale gratuità delle cause. Dall'ingresso
della riforma, abbiamo aderito alla volontà del San Padre con l'assoluta
gratuità dei nostri procedimenti. Sperando che chi ne abbia le possibilità,
riconoscendo di aver ricevuto dalla Chiesa un "servizio", possa
aiutare, secondo l'auspicio del Pontefice, qualche ente benefico, ad esempio la
Caritas, per andare incontro ai tanti fratelli oggi in difficoltà».
I dati
dell’attività del Tribunale Ecclesiastico Umbro di prima istanza, competente
per le cause di nullità matrimoniale per le Arcidiocesi e le Diocesi in Umbria,
nell’anno 2015.
Sono state trattate 230 cause di nullità, di
cui 126 espletate e 104 prendenti. In due anni, dal 2013 al 2015, le cause
espletate sono passate da 74 a 126. Delle cause espletate: 118 si sono concluse
con sentenza affermativa, 3 con sentenza negativa, 4 cause sono state
rinunciate e 1 causa è andata perenta. Nel 2015 sono state introdotte 103 nuove
cause (in linea con gli anni precedenti). La maggior parte dei processi (101) hanno
avuto una durata tra i sei mesi e 18 mesi a conferma che da sempre si è tenuto
a dare risposte puntuali alle domande. La durata della convivenza coniugale prima
dell’introduzione del procedimento è di oltre dieci anni in 39 casi, va da
cinque a dieci anni in 34 casi, da uno a due anni in 16 casi. Le persone che hanno avviato il procedimento hanno un’età compresa tra i 41 e
i 50 (111) tra i 31 e 40 anni (79) ed anche quattro casi di persone oltre i 61
anni. Sono in prevalenza uomini a chiedere il
procedimento di annullamento: 69 contro le 57 donne, sono in prevalenza nell’ordine
impiegati, operai, liberi professionisti, imprenditori e industriali,
insegnanti, disoccupati. 39 sono le cause provenienti dalla diocesi di
Perugia, 20 da quella di Terni, 14 da quella di Spoleto, 11 da Assisi, 13 da
Città di Castello, 15 dalla diocesi di Orvieto- Todi. 3 da quella di Gubbio, 11
da Foligno.
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