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  04/05/2016 18:02


Dies Annualis del Tribunale Ecclesiastico Inter-diocesano Umbro: resoconto dell'attività svolta nel 2015. Sono state 126 le cause espletate di cui 118 si sono concluse con sentenza affermativa, 3 con sentenza negativa, 4 cause sono state rinunciate. Affrontate le novità della riforma del processo matrimoniale canonico e la sua attuazione.



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L’attività del Tribunale Ecclesiastico interdiocesano  Umbro nell’anno 2015 è stata presentata mercoledì 4 maggio a Perugia nella sala “S. Francesco” del Palazzo arcivescovile in occasione del  “Dies Annualis”  dell’organismo giuridico,  con la relazione del vicario giudiziale padre Cristoforo Pawlik e la prolusione di mons. Pio Vito Pinto, Decano della Rota Romana, sulla Lettera Apostolica di Papa Francesco Mitis Iudex Dominus Iesus, sulla riforma del processo matrimoniale canonico e la sua attuazione.

Ad aprire il convegno il cardinale  Gualtiero Bassetti, arcivescovo metropolita di Perugia-Città della Pieve, presidente della Conferenza Episcopale Umbra e moderatore del Tribunale,  che si è soffermato su alcuni principi pastorali riguardanti la vita matrimoniale, alla luce della recente esortazione apostolica di papa Francesco “Amoris Laetitiae” dedicata alla famiglia. «La vera rivoluzione che si può scorgere tra le pagine dell’esortazione è la rivoluzione della tenerezza che rappresenta non solo una delle categorie più importanti di questo pontificato, ma anche uno dei simboli con cui guardare la famiglia attraverso questo documento – ha detto il cardinale -. Un altro elemento che occorre sottolineare è l’accoglienza nella Chiesa che si lega strettamente a quelli dell’accompagnamento e del discernimento. È questo un elemento cruciale che misura, e misurerà, la nostra capacità di amare e di aiutare le famiglie. L’accoglienza, infatti, deve essere rivolta verso tutti: alle famiglie in difficoltà, a quelle che vivono in condizioni di povertà estrema e a quelle che hanno conosciuto la ferita del fallimento matrimoniale. Un’integrazione pastorale necessaria, ma che è impensabile senza la medicina della misericordia e il discernimento del pastore. Si tratta, indubbiamente, di una grande testimonianza di carità, di vicinanza fraterna e di prossimità autentica nei confronti di tutto il popolo di Dio. Senza escludere nessuno».

Nella sua relazione il vicario giudiziale padre Cristoforo Pawlik ha ricordato i cambiamenti apportati dal Motu Proprio di papa Francesco Mitis Iudex Dominus Iesus, sulla riforma del processo canonico. «Tra le novità più importanti spiccano la centralità del Vescovo nel servizio della giustizia. Il Vescovo stesso è giudice nella sua Chiesa, esercita la potestà giudiziaria sia personalmente sia mediante il Vicario giudiziale e i giudici. Il Pontefice chiede con forza, che ogni Vescovo torni personalmente ad esercitare o dare almeno il segno ai suoi fedeli di questa sua personale potestà. C’è poi l’abolizione dell'appello d’ufficio, per cui non è necessaria la conferma della sentenza di primo grado, affinché la decisione diventi esecutiva. Di conseguenza, dopo la sentenza affermativa di primo grado, in assenza di impugnazioni della decisone nel tempo perentorio di 15 giorni dalla ricezione della sentenza dalle parti e dal difensore del vincolo, questa diventa esecutiva e dà il diritto alle parti di contrarre nuove nozze in chiesa. C’è poi l'introduzione del processus brevior o breviore (più breve)  Per iniziare la procedura si devono verificare le condizioni, del proponimento della domanda da entrambi i coniugi o da uno di essi, col consenso dell’altro;  che ricorrano circostanze di fatti e di persone, sostenute da testimonianze o documenti, che non richiedano una inchiesta o una istruzione più accurata, e rendano manifesta la nullità. In mancanza di uno dei suddetti requisiti si deve procedere per il processo ordinario. Ed infine la totale gratuità delle cause. Dall'ingresso della riforma, abbiamo aderito alla volontà del San Padre con l'assoluta gratuità dei nostri procedimenti. Sperando che chi ne abbia le possibilità, riconoscendo di aver ricevuto dalla Chiesa un "servizio", possa aiutare, secondo l'auspicio del Pontefice, qualche ente benefico, ad esempio la Caritas, per andare incontro ai tanti fratelli oggi in difficoltà».

I dati dell’attività del Tribunale Ecclesiastico Umbro di prima istanza, competente per le cause di nullità matrimoniale per le Arcidiocesi e le Diocesi in Umbria, nell’anno 2015.

Sono state trattate 230 cause di nullità, di cui 126 espletate e 104 prendenti. In due anni, dal 2013 al 2015, le cause espletate sono passate da 74 a 126. Delle cause espletate: 118 si sono concluse con sentenza affermativa, 3 con sentenza negativa, 4 cause sono state rinunciate e 1 causa è andata perenta. Nel 2015 sono state introdotte 103 nuove cause (in linea con gli anni precedenti). La maggior parte dei processi (101) hanno avuto una durata tra i sei mesi e 18 mesi a conferma che da sempre si è tenuto a dare risposte puntuali alle domande. La durata della convivenza coniugale prima dell’introduzione del procedimento è di oltre dieci anni in 39 casi, va da cinque a dieci anni in 34 casi, da uno a due anni in 16 casi. Le persone che hanno avviato il  procedimento hanno un’età compresa tra i 41 e i 50 (111) tra i 31 e 40 anni (79) ed anche quattro casi di persone oltre i 61 anni. Sono in prevalenza uomini a chiedere il procedimento di annullamento: 69 contro le 57 donne, sono in prevalenza nell’ordine impiegati, operai, liberi professionisti, imprenditori e industriali, insegnanti, disoccupati. 39 sono le cause provenienti dalla diocesi di Perugia, 20 da quella di Terni, 14 da quella di Spoleto, 11 da Assisi, 13 da Città di Castello, 15 dalla diocesi di Orvieto- Todi. 3 da quella di Gubbio, 11 da Foligno. 


Allegato:
relazione vicario giudiziale tribunale ecclesiastico umbro 2016.docx


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