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  28/04/2016 10:31


Perugia: All’“Opera “Don Guanella – Centro Sereni” l’incontro di aggiornamento sull’arte che cura dal titolo: “Nella mente delle muse. Arte, arteterapia e neuroscienze”



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Si terrà sabato 30 aprile, alle ore 9, presso la Sala convegni dell’“Opera Don Guanella – Centro Sereni” in Perugia (località Montebello, via Tuderte 48) l’incontro di aggiornamento sull’arte che cura dal titolo: “Nella mente delle muse. Arte, arteterapia e neuroscienze” . A presentarci la tematica trattata è il prof. Massimo Piccirilli: «“L’arte ci consola, ci solleva, l’arte ci orienta. L’arte ci cura” scrive Tiziano Terzani. E i neuroscienziati, come Lamberto Maffei, confermano ““Non c’è Prozac che tenga: un museo d’arte produce più serotonina di qualsiasi farmaco”. Sono proprio le neuroscienze – evidenzia il prof. Piccirilli – a fornire oggi una possibile interpretazione dell’esperienza artistica considerando il punto di vista sia dell’artista che del fruitore di un’opera d’arte. Le attuali conoscenze sul funzionamento del sistema nervoso consentono anche di dare fondamento scientifico all’arteterapia, la cui efficacia è ormai documentata in condizioni cliniche quali la malattia di Parkinson, la malattia di Alzheimer, i disturbi del linguaggio, l’autismo, la disabilità intellettiva, l’epilessia, la depressione, il disagio psicosociale».

«Nel convegno – prosegue il docente – i relatori riflettono su  tematiche affascinanti come creatività, empatia, neuroni specchio, cervello emotivo e fanno il punto sulle varie espressioni dell’arteterapia (pittura, musica, scultura ma anche poesia, scrittura narrativa, danza, teatro), sulle applicazioni cliniche specifiche delle differenti esperienze artistiche, sul significato che l’arte assume per l’essere umano e, più in generale, sulle relazioni tra arte e cervello, oggetto di un settore specifico delle neuroscienze definito “neuroestetica”.

«Artisti e neuroscienziati – conclude Piccirilli – concordano ormai nel ritenere che l’arte è in grado di plasmare l’organizzazione del sistema nervoso modificandone favorevolmente il funzionamento al punto da poter essere considerata uno dei processi culturali più efficaci nel promuovere uno stile di vita “neuroprotettivo”».




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